Porci senza ali

24.09.2012 13:49

Non si trovano più le parole per commentare la cronaca di tutti i giorni, con storie come quella della Regione Lazio. Inutile continuare ad indignarsi, rischia di diventare un esercizio masturbatorio. La volgarità dei comportamenti che ci viene rovesciata quotidianamente addosso dice di dove siamo finiti, non da adesso, ma negli ultimi decenni. Ho sempre pensato che il berlusconismo non era che la versione matura, o meglio marcia, di ciò che avevamo già vissuto nei decenni precedenti e perciò stesso andava e va combattuto, ma forse occorre cominciare a pensare al dopo. Lo dice anche Raoul Vaneigem (che le '67 pubblicò un libretto intitolato "Trattato sul saper vivere. Ad uso delle giovani generazioni"): questo sistema sta implodendo da solo, forse è uno spreco di energie criticare ad oltranza, occorre invece prepararsi per il dopo inventando e consolidando nuove esperienze, nuove e buone pratiche di vita e di impegno sociale. E lasciamo che questi "porci" (come loro stessi freudianamente intuiscono, mascherandosi da maiali) finiscano di rotolarsi nella loro melma fino a soffocare da soli, isolati nei loro porcili.
Ciò non vuol dire smettere di essere vigili e critici, ma più semplicemente cercare e trovare nuove forme che ci facciano uscire dal circolo vizioso di una lamentazione rabbiosa ed impotente che rischia di farci male (oltretutto). Per cui giusto arrabbiarsi, indignarsi e criticare e manifestare in tutti i modi possibili contro questo mondo suino (che poi i maiali veri poveretti sono molto meglio), ma insieme a ciò cerchiamo dentro di noi la capacità di "giocare" e di creare nuove forme di coesistenza più sana ed iniziamo a praticarle senza aspettare che qualcuno dall'alto guidi i nostri pensieri.