Psicoanalisi è umanità

13.06.2012 15:12

 

Si fa sempre un gran parlare della psicoanalisi e della psicoterapia e se ne dicono di tutti i colori, è addirittura un argomento da salotto. Fiumi di inchiostro hanno inzuppato montagne di carta, eppure è sempre abbastanza difficile dare una definizione di questa disciplina che non risulti alla fine parziale o letteraria o addirittura falsa, che non ne rispecchia la realtà quotidiana di chi la attraversa, paziente o analista che sia. Verso la fine del secolo appena finito un grande psicoanalista (mi pare fosse Gaetano Benedetti, siciliano, che ha sempre lavorato in Svizzera) ha avuto modo di dire qualcosa del genere: “L’umanità in questo secolo si chiama psicoterapia”. E io credo che abbia ragione e che valga ancora per quest’altro secolo. La psicoanalisi, come tutti sanno, è stata inventata da Sigmund Freud e ha poco più di cento anni, ma è riuscita a pervadere ogni angolo della cultura occidentale, travalicando lo stretto ambito “medico” in cui era nata. Ha dovuto superare ogni sorta di ostracismi ed opposizioni prima che la cultura la accettasse e non ha ancora finito perché ancora oggi in molti ambienti medici e scientifici viene considerata come una sorella minore, anzi una sorellastra. Forse non le viene perdonato di aver intuito cose che la scienza ufficiale ancor oggi non riesce a concepire: prima ho detto che Freud ha “inventato” la psicoanalisi, ma occorre che precisi che inventare viene dal latino invenire, cioè trovare. Senza voler sminuire l’enorme lavoro di costruzione di questa disciplina da parte del suo autore, che rimane a mio avviso un gigante della ricerca e dell’intelligenza umane. Le invenzioni sono sempre così, sotto gli occhi di tutti, ma solo alcuni riescono a vederle. Altri avevano già “visto” in epoche diverse, per esempio Sant’Agostino che diceva: “Quando inizio a pensare dentro di me nasce il concetto. Se lo voglio esprimere, sulle mie labbra fiorisce la parola relativa a quel concetto. Le dò suono e il suono dalle mie labbra giunge al tuo orecchio. Da qui scende nel tuo animo. Il tuo animo decifra il suono. Raccoglie il pensiero e lo fa proprio. Il pensiero che originariamente era dentro di me è ora anche dentro di te. Io non mi sono impoverito del mio e tu te ne sei arricchito.E’ diventato nostro. Io sono uscito dalla mia solitudine e tu dalla tua. Fra di noi è nato un rapporto che prima non esisteva. Un rapporto di risonanza, di consonanza. Si è creata fra di noi una relazione che prima non esisteva. Ciascuno di noi, in qualche modo, è cambiato. Entrambi siamo un po’ nuovi”. Che cos’è questa se non un’altra definizione possibile della psicoanalisi?