Predator

21.02.2012 22:46

 “Avanza lungo il ciglio della strada... la notte si addice ad un tipo come lui e lui questo lo sa. Il passo elastico e molleggiato manifesta sicurezza, un incedere felino e  ha quell’aria di chi sa bene dove sta andando. Il carattere e le caratteristiche del predatore, ecco cosa si potrebbe dire di un tipo così e lo si può dire con un misto di ammirazione, invidia e riprovazione: un passo dopo l’altro, si guarda intorno con atteggiamento consapevole del proprio ruolo nel mondo.

In un batter di ciglia la scena si stravolge, una figura, anch’essa scura, esce dal buio e gli vola addosso, è un’aggressione in piena regola. Inaspettata come un lampo a ciel sereno, imprevedibile, quasi impensabile la vicenda che sta avvenendo. Eravamo sicuri che il mondo in quel momento poggiasse su basi certe, paletti inamovibili: esistono i predatori ed esistono le prede, non si può fare confusione, ora invece tutto si è capovolto e il predatore è diventato preda. E’ lui il primo ad esserne sorpreso, prima che spaventato. Il mondo sottosopra. Per un istante i due sembrano rotolare avvinghiati, ma è solo una frazione di tempo o forse addirittura un’illusione. Con un colpo di reni –e riflessi davvero invidiabili-  il tipo molleggiato si rivolta e cerca di afferrare il suo avversario, ma è già troppo tardi, l’altro è già in fuga, lontano e lui non tenta neppure di rincorrerlo. La scena è un po’ surreale: vedere un tipo così che, scarmigliato, si guarda intorno, sorpreso e lievissimamente smarrito, carico di un’aggressività che non ha più un obiettivo su cui scaricarsi lo fa sembrare uscito dal mito di sé stesso. Ma forse uno così non ha il mito di sé, più semplicemente e naturalmente lui è quel che sembra, non recita, non si atteggia. E’ in possesso del suo ruolo nell’ordine delle cose e ora si allontana con una esperienza in più nella memoria, un’esperienza che forse lo renderà ancora più adatto alla sua vita.”

Se avete letto fino a qui vi informo che il fatto descritto è realmente avvenuto e io personalmente ne sono stato testimone oculare su una strada di collina una notte. Ora fate una breve pausa, provate ad immaginarvi la scena e date forma alle circostanze e ai due protagonisti. Fatto? Bene, adesso devo svelare un particolare non secondario: (andare alla pagina successiva)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

i protagonisti sono un gatto e un gufo. Non so quanti dei lettori l’avessero immaginato, ma credo che molti abbiano pensato a due uomini e a scenari da cronaca nera. Questo avviene perché noi esseri umani tendiamo ad antropomorfizzare tutto e soprattutto a –involontariamente, inconsapevolmente- riempire di contenuti nostri i fatti che ci vengono raccontati.